Eccoci qui ad avventurarci anche nell’entroterra del Parco dell’Aspromonte, siamo nella provincia di Reggio Calabria.
Il paesaggio dell’Aspromonte è un susseguirsi di ripiani, costoni e valloni profondi con idrografia caratterizzata da corsi d’acqua di tipo torrentizio, brevi e ripidissimi, che danno origine alle note fiumare. Dal punto di vista geologico le formazioni rocciose affioranti sono di origine magmatico intrusiva e metamorfica. Dal punto di vista idrografico le foreste comprendono interamente le testate dei torrenti Aposcipo, Ferraina e Butramo, che confluiscono nelle Fiumare Laverde e Bonamico rispettivamente e quella del torrente Menta, che ricade nella Fiumara Amendolea.
Obiettivo del nostro tour sono le castate Forgiarelle, a circa 1200 mt di altitudine e tra le più belle dell’intero parco.
Vogliamo precisare sin da subito che bisogna prestare particolare attenzione quando ci si addentra qui perchè fino a pochi anni fa i cartelli erano davvero pochissimi e il rischio di perdere un attimo il senso dell’orientamento poteva essere alto, soprattutto dopo diverse centinaia di metri di dislivello fatti.
Ultimamente sono migliorate le cose ma comunque chiedere a qualcuno del posto di accompagnarvi è un consiglio che vi forniamo.
Ci si arriva da diversi punti all’ingresso del parco, noi decidiamo di partire da Sant’Agata del Bianco e continuare salire con l’auto per una decina di km e “arrampicarsi” sui tornanti della montagna fino a dove ci è concesso (la strada pian piano diventa percorribile solo da fuoristrada/jeep).
Noi con una jeep siamo riusciti ad arrivare sino ad una radura, subito dopo aver superato alcune proprietà di caprari del luogo, all’altezza del Monte Perre (circa 1300 mt di altitudine). Qui una sbarra e un cartello ci segnalano l’inizio del parco. Ci teniamo molto a ringraziare il nostro amico Giancarlo Parisi che ci ha dato qualche foto, direi splendida, in più rispetto a quelle in nostro possesso.
Da qui si prosegue a piedi su una strada larga e comoda per il passo che può essere ben sostenuto sino a quando il sentiero si fa più stretto e arriviamo a quello che chiamano, lo “Scalone di Ferràina“, una salita abbastanza scoscesa (non impossibile) che ci porta in poco tempo a tagliare parecchi metri di dislivello e ci fa sbucare sotto il Puntone Galera.
Quello che vi lasciate alle spalle è questo sentiero.
Da qui potete scegliere di seguire, dritto per dritto, la nostra traccia, oppure tenere la sinistra e andare verso Croce di Dio Sia Lodato (poi tramite un anello potrete comunque ritornare verso la nostra traccia).
Qui troverete qualche cartello in più e potrete godere di una vista incredibile sino al Mar Ionio, mentre dietro di voi ci sarà Montalto, la cima più alta del posto con i suoi 1955 m è la cima più alta dell’Aspromonte.
Da qui in poi la strada ritorna ad essere più facile e arriverete in poco tempo sino a un ponte in legno dal quale inizierete a vedere i primi segni di acqua delle cascate.
Avanzando da qui incrocerete un altro sentiero che arriva da Canovai, un punto di riposo/rifugio che c’è qui in alto
e non vi resterà che scendere dal ripido sentiero per giungere in basso al laghetto formato dai tre salti della cascata.
Qui anche in stagioni particolarmente calde e afose non sentirete mai il caldo, anzi godrete di un refrigerio e di una pace che raramente troverete altrove.
Noi consigliamo di pranzare giù sotto qualche pianta prima di ripartire.
Al ritorno potete scegliere se allungare un attimo passando da Canovai e dalla foresta di Ferràina dove il sentiero è molto più comodo, oppure rientrare da dove siete arrivati. Dalla mappa qui sotto vi lasciamo le indicazioni per capire entrambi i punti.
Questo è uno di quei posti che più rappresenta l’essenza del nostro progetto, un posto immerso nella natura, che in pochi conoscono e che sarebbe da valorizzare.
Tipologia Percorso: sterrato e sentiero di montagna
Acqua: occorre essere autosufficienti oppure prendere l’acqua da uno torrenti che scorrono su in alto, che è purissima, tipo dal torrente Ferràina