Questo anello è completamente immerso nel verde della campagne brianzole ed è la giusta meta se si vuol uscire dal traffico e stare un po’ in mezzo alla natura senza spostarsi troppo con l’auto. Non c’è bisogno di avvicinarsi al lago o alle montagne, ma semplicemente in mezzo a piccoli centri abitati, vicino al comune di Vertemate con Minoprio.
Partiamo dalla località Montesordo, piccola frazione di Cermenate con molte villette a schiera appena ristrutturate dove troveremo facilmente parcheggio. (Indicazioni https://www.google.com/maps/place/Via+Caio+Plinio,+24-26,+22072+Cermenate+CO/@45.712634,9.0835642,18z/data=!3m1!4b1!4m13!1m7!3m6!1s0x478699f3721de2e3:0xc2d464be7c3ae95!2sVia+Caio+Plinio,+Cermenate+CO!3b1!8m2!3d45.7134727!4d9.0848925!3m4!1s0x478699f316787393:0xeac45951d5a8eca2!8m2!3d45.7126562!4d9.0844407)
In direzione nord verso un centro di allevamento per cani si prosegue verso i campi di grano e subito poche centinaia di metri si svolta a sinistra dentro al Parco della Brughiera.
Si prosegue dritto fino a trovare un ponte sulla destra che ci permette di attraversare il torrente che da li a poco ci porterà in mezzo ai vivai della zona su strada sterrata.
Proseguendo sempre dritto in direzione Minoprio si percorre prima un breve tratto asfaltato per poi ritornare dentro al Parco della Brughiera.
Da qui seguire sempre il sentiero #4 dell’Abbazia di Vertemate che, tramite sentieri molto caratteristici specialmente in pieno autunno, ci porterà la storica Abbazia che risale al 1086.
L’abbazia viene fondata nel 1086 come priorato cluniacense da un monaco chiamato Gerardo, proveniente dall’abbazia di Cluny. Consacrata nel 1095 dal vescovo di Imola Odone, ottiene il privilegio di priorato, condiviso con altri due monasteri della zona: San Pietro di Vallate a Cosio Valtellino e San Nicola di Figina a Galbiate. Nel 1288 il sito subisce notevoli danni per mano dei Comaschi in lotta con Milano: i vari edifici vengono occupati e ridotti in cattivo stato. Una ricostruzione effettiva viene praticata solamente duecento anni dopo, durante il Quattrocento, sotto papa Sisto IV, che riporta l’abbazia all’antico splendore. Sotto la Repubblica Cisalpina, nei primi anni dell’Ottocento, i monaci vengono cacciati e il complesso diventa proprietà dei marchesi Cusani di Desio e utilizzato come cascinale agricolo. Definitivamente abbandonata durante il Novecento, l’abbazia viene finalmente restaurata nella seconda metà del secolo da Piero Ricotti e riportata al suo aspetto originario.
Tra il 1993 e il 2005 vi trova sede una comunità di monaci benedettini, diventando un centro di spiritualità della zona dedicato a varie attività artistiche, quali il restauro di libri antichi. Nell’ottobre del 2005, però a causa del canone di locazione troppo elevato, dei limitati introiti derivanti dall’ospitalità e alla negazione del permesso di costruire una foresteria per l’ospitalità dei pellegrini, la comunità si trasferisce in un altro monastero a Dumenza.
Attualmente, pertanto, l’abbazia si trova chiusa e inutilizzata dal 2006. Proseguendo verso la discesa si arriva verso il Seveso che poi si costeggia nel tratto che ci fa rientrare verso la macchina. Passando per la Cascina della Volpe si percorre un tratto di strada molto bello e agevole per qualunque tipo di attività fisica.
Alle prime case risalendo verso destra di percorre una strada in lastricato che da li a pochi km ci porterà a chiudere l’anello e rientrare agilmente alla macchina.
Tipologia percorso: sterrato, sentiero, asfalto, lastricato (non considerate quelle piccole deviazioni di percorso iniziali, erano solo esplorative)
Acqua: non presente lungo il percorso, ci son solo dei vecchi lavatoi ma non consigliamo di berci Discover outdoor, Taste nature