Alla scoperta di nuovi sentieri da esplorare e rifugi da raggiungere ci siamo imbattuti in questo giro ad anello nel bresciano con partenza da Val Malga, ai piedi del monte Adamello.
L’attacco dei sentieri è al parcheggio del ponte del Guat, che si raggiunge in auto in un paio d’ore da Milano con la Brebemi, costeggiando quindi la sponda orientale del lago d’Iseo e seguendo infine il corso del fiume Oglio.
Arrivati al centro della Val Camonica, più precisamente a Sonico, imbocchiamo la strada per Val Malga, stretta forestale asfaltata che ci porta rapidamente in quota fino a oltre 1500 m con qualche passaggio a filo della montagna.
In alternativa, per chi non si sentisse molto sicuro a guidare su stradine di montagna, consigliamo di dare un’occhiata all’iniziativa “Nel cuore del Parco senza auto”, che propone un servizio di navette attivo soprattutto nei periodi “caldi”, ovvero di maggior affluenza dei visitatori (luglio-agosto).
Il percorso che abbiamo seguito è lungo circa 15 km con un dislivello di 1125 m. La prima parte è decisamente impegnativa: dopo aver posteggiato, con un breve sterrato raggiungiamo il Rifugio Premassone, il primo dei quattro che incontreremo sul percorso, ottimo punto di ristoro con vendita di formaggi e yogurt di produzione propria.
Decidiamo però di tenerlo buono per la fine del nostro giro, seguiamo invece i cartelli in direzione del Rifugio Gnutti.

Arriva ora la parte più divertente: dopo una rampa su selciato, ci inerpichiamo per circa 500 m di dislivello sulle scale del Miller, una serie di scalini in pietra -tenuti ottimamente- che ci portano all’altezza della valle del Miller.

Qui il paesaggio si apre con una splendida vista sulle catene montuose della zona.
Proseguiamo verso est fino a raggiungere il Rifugio Gnutti, adagiato nei pressi del lago del Miller, dove ci concediamo una breve pausa e un caffè, servito da rifugisti super giovani.
L’ambiente è caldo e confortevole: tempestato di fotografie, ritagli di giornale e cimeli che spiegano chi era il Sottotenente Serafino Gnutti (medaglia d’oro)

e ci raccontano imprese sportive d’altri tempi come il record sull’alta via dell’Adamello siglato da Dino Melzani nel 2009 (48 km in 6 ore e 58 minuti).

Aggiriamo l’edificio e ci dirigiamo verso ovest seguendo le indicazioni per il lago Baitone.

Il sentiero è ben curato con tanti pannelli illustrativi a cadenza regolare sui fatti salienti della Grande Guerra. Terminato questo tratto ci ritroviamo al Passo del Gatto, un suggestivo passaggio scavato nella roccia, che ci porta alla Conca del Baitone.

In lontananza possiamo infatti già scorgere il Rifugio Baitone, con le sue caratteristiche finestrelle bordate di rosso.

Raggiunto il rifugio, non possiamo non scattare qualche foto all’omonimo lago e, indecisi se pranzare qui oppure proseguire, optiamo appunto per portarci ancora più su in quota, seguendo la sponda orientale del Lago Baitone fino al Rifugio Tonolini.

Lasciato il lago alle nostre spalle, l’ultimo chilometro si fa piuttosto impervio, con il sentiero si inerpica tra le rocce.

Al rifugio, da cui si gode di una vista mozzafiato, abbiamo la fortuna di capitare proprio al momento giusto. Troviamo infatti dei produttori locali di formaggio Silter DOP, vini e salumi della Valcamonica che ci offrono un assaggio. Fatto questo mini aperitivo, ovviamente continuiamo con un ottimo pranzo a base di piatti tipici di montagna. Rifocillati, ci rimettiamo in viaggio verso casa chiudendo il nostro anello. Discendiamo nella conca e seguiamo questa volta la sponda occidentale del Lago Baitone, senza ritornare sui nostri passi dell’andata, anche perché fare le scale del Miller al contrario non ci sembra una grande idea! Il sentiero qui si fa monotono e attraversa dei boschetti fino a un Baitoncello, purtroppo chiuso, per poi ricongiungersi al percorso iniziale nei pressi del Rifugio Premassone. Ancora qualche centinaio di metri e siamo di nuovo al ponte del Guat, dove possiamo riprendere l’auto.
Tipologia Percorso: sterrato e sentiero di montagna
Acqua: presso i rifugi che incontreremo lungo il percorso