L’itinerario di oggi parte da Pila a 1790 m s.l.m,. in una conca che fino agli anni ’60 del ‘900 era unicamente sede di alpeggi e ci porta sino alla Becca di Nona a 3142 m s.l.m.
Pila è tra le località più rinomate di tutta la Valle d’Aosta, sia come località sciistica, sia come tappa di partenza da cui si può godere di una vista a 360° sulle principali vette valdostane. Pila gode di una rete di sentieri particolarmente articolata e dalle difficoltà varie che la rende meta ideale sia per famiglie con bambini, sia per i camminatori più esperti.
Ci son diverse tracce che portano alla Becca di Nona, ma oggi noi decidiamo di percorrere quella più panoramica, partendo con una strada in terra bianca molto comoda e in piano fino all’Eremo di San Grato (circa 2 km).
In alternativa al primo tratto, si potrà partire dall’ultimo piazzale di Pila e seguire le indicazioni per il lago di Chamolé. Arrivati sotto il lago, alle Baite di Chamolé, si seguirà il sentiero pianeggiante verso Comboé intercettando il sentiero che, dal basso, arriverà da San Grato.
Come potete vedere sin da subito, la vista sulla valle è il primo colpo d’occhio del cammino odierno.
L’Eremo di San Grato è una graziosa cappella dedicata al patrono della diocesi di Aosta; ci torneremo sicuro dato che al momento del nostro passaggio era in restauro.
Le prime tracce documentarie di questo luogo di culto risalgono al XIII secolo; la cappella venne ampliata e impreziosita nel 1754, ma in parte andò distrutta nell’aprile del 1918 a causa di una valanga.. Sulla cima del grazioso campanile svetta una statua raffigurante il santo alta ben 3 metri realizzata nel 1853 dal valdostano B. Thomasset.
Dall’Eremo parte il sentiero che condurrà verso il colle Plan-Fenètre che e a sua volta scenderà verso il Vallone di Comboé.
La Becca di Nona è li possente davanti a noi che ci aspetta.
Questo sentiero alterna tratti nel bosco a larghi spazi panoramici, passando per alcuni alpeggi sopra Chavensod e per il bell’Oratorio di San Grato, quindi, ancora un tratto nel bosco, sino ad arrivare negli spazi aperti all’alpeggio di Chamolé.
Dalle baite ci si incammina in direzione del bosco verso nord-est cercando di individuare il tracciato del sentiero estivo e si compie un lungo traverso nel bosco dalle ripide fiancate che scendono dalla lunga cresta che scende dalla Tête Noire; si guadagna leggermente quota con qualche saliscendi e, dopo aver compiuto una curva, si giunge in vista della croce di legno posta su di una panoramica altura a sinistra poco sopra il Col Plan Fenêtre.
Dalla colle alla Becca di Nona il sentiero inizia a farsi davvero impegnativo. Quest’ultimo tratto è consigliato da Luglio a Settembre nella bella stagione, a meno che non siate degli alpinisti esperti e attrezzati.
Nella nostra ascesa non passiamo per il Col Carrel e il Bivacco Federigo anche per la difficoltà del percorso, molto friabile e ripido, ma decidiamo di tenere il sentiero sulla sinistra quando saremo circa a 2550 m e ci ritroveremo di fronte al bivio per il Col e Lago Carrel. Sconsigliamo la discesa dal Col Carrel in quanto il sentiero è molto friabile e il rischio caduta è molto elevato.
L’ultimo tratto prima della Madonnina, è un susseguirsi di tornanti con pendenze importanti, quindi la fatica sarà doppia; doppia come la gioia impagabile di una vista della Valle d’Aosta da quassù.
In giornate come questa Aosta sembra quasi un piccolo comune li sotto ai nostri piedi e il Monte Bianco e il Gran San Bernardo quei giganti che pian piano si fanno un po’ più vicini.
Tipologia percorso: sterrato e sentiero di montagna
Acqua: occorre essere auto sufficienti
Discover outdoor,
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